INDEX

HOME-MENU

LA POESIA NELLA MUSICA

 

GIUSEPPE   UNGARETTI

 

 

 

 

 

Ci scorderemo di quaggiù,
E del mare e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.

 

 

 

 

 
 

      

 

Mattina
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917

 

 
M'illumino
 d'immenso.

 

 

 

NATALE

 

Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade

Ho tanta stanchezza sulle spalle

Lasciatemi così

Come una cosa Posata

In un Angolo

E dimenticata.

Qui non si sente altro

che il caldo buono.

Sto come le quattro

capriole di fumo

del focolare.

 



AGONIA
 


Morire come le allodole assetate
sul miraggio

O come la quaglia
passato il mare
nei primi cespugli
perchè di volare
non ha più voglia

Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato

 

FRATELLI
 


Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

 

 

SAN MARTINO DEL CARSO
 


Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non m'è rimasto
neppure tanto

Ma nel mio cuore
nessuna croce manca

E' il mio cuore
il paese più straziato.

 

VEGLIA
 


Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore.
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
 

 


LA MADRE


E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.

ALLEGRIA DI NAUFRAGHI
 
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare


SOLDATI

 

Si sta come d'autunno

sugli alberi le foglie


DOVE LA LUCE


Come allodola ondosa
Nel vento lieto sui giovani prati,
Le braccia ti sanno leggera, vieni.

Ci scorderemo di quaggiù,
E del male e del cielo,
E del mio sangue rapido alla guerra,
Di passi d'ombre memori
Entro rossori di mattine nuove.

Dove non muove foglia più la luce,
Sogni e crucci passati ad altre rive,
Dov'è posata sera,
Vieni ti porterò
Alle colline d'oro.

L'ora costante, liberi d'età,
Nel suo perduto nimbo
Sarà nostro lenzuolo.


 

LUCCA

 

Ecco Lucca, calda, crudele, serrata, e verde.

Mi sento qui nella carne di ogni persona che incontro.

Esamino i connotati come se chi passa portasse via,

nei suoi panni, il mio corpo. E' la mia terra, è il mio

sangue. Ne ho un tormento e un desiderio come chi

si scostasse da un incesto; ma  non può dominare la

fatalità dei suoi sensi!

 

Queste giornate, in questi luoghi, mi fanno soffrire,

e mi coprono di voluttà, e mi tengono limitato come in una bara.

Riprenderò la via del mondo. Andrò dove sono forestiero:

Dove non è peccato, sacrilegio, essere curiosi

di sè nelle cose che godi.

 

Qui finirei col riprendere la zappa, col rimescolarmi

ai contadini, col dimenticare le acredini e i miracoli

delle lettere, col lodare, al sole l'alto grano d'oro,

mentre si falcia, e le cosce delle donne sorprese a

fecondarsi di te in una gran perdizione di sguardi e di

morsi bestiali; e non sai più se è una pesca o labbra

quella forma che hai divorato, se non fosse l'odor forte della donna;

e poi al sole che ti dà un abbandono,

un abbandono così esteso, che accogli il sonno come

una pace vera di morte.


 

TUTTO HO PERDUTO


Tutto ho perduto dell'infanzia
E non potrò mai più
Smemorarmi in un grido.

L'infanzia ho sotterrato
Nel fondo delle notti
E ora, spada invisibile,
Mi separa da tutto.

Di me rammento che esultavo amandoti,
Ed eccomi perduto
In infinito delle notti.

Disperazione che incessante aumenta
La vita non mi è più,
Arrestata in fondo alla gola,
Che una roccia di gridi.
 


STELLE


Tornano in alto ad ardere le favole.

Cadranno colle foglie al primo vento.

Ma venga un altro soffio,
Ritornerà scintillamento nuovo.


SILENZIO


Conosco una città
che ogni giorno s'empie di sole
e tutto è rapito in quel momento

Me ne sono andato una sera

Nel cuore durava il limio
delle cicale

Dal bastimento
verniciato di bianco
ho visto
la mia città sparire
lasciando
un poco
un abbraccio di lumi nell'aria torbida
sospesi


NOSTALGIA


Quando
la notte è a svanire
poco prima di primavera
e di rado
qualcuno passa

Su Parigi s'addensa
un oscuro colore
di pianto

In un canto
di ponte
comtemplo
l'illimitato silenzio
di una ragazza
tenue

Le nostre
malattie
si fondono

E come portati via
si rimane
 


STASERA


Balaustrata di brezza
per appoggiare stasera
la mia malinconia


 

C'ERA UNA VOLTA


Bosco Cappuccio
ha un declivio
di velluto verde
come una dolce
poltrona

Appisolarmi là
solo
in un caffè remoto
con una luce fievole
come questa
di questa luna.
 

 

SENTIMENTO DEL TEMPO


E per la luce giusta,
Cadendo solo un'ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l'ascolto,
T'affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.


GIORNO PER GIORNO


"Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto..."
E il volto già scomparso
Ma gli occhi ancora vivi
Dal guanciale volgeva alla finestra,
E riempivano passeri la stanza
Verso le briciole dal babbo sparse
Per distrarre il suo bibmo...

2.

Or apotrò baciare solo in sogno
Le fiduciose mani...
E discorro, lavoro,
Sono appena mutato, temo, fumo...
Come si può ch'io regga a tanta notte?...

3.

Mi porteranno gli anni
Chissà quali altri orrori,
Ma ti sentivo accanto,
M'avresti consolato...

4.

Mai, non saprete mai come m'illumina
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più...

7.

In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...

8.

E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto!...

10.

Sono tornato ai colli, ai pini amati
E del ritmo dell'aria il patrio accento
Che non riudrò con te,
Mi spezza ad ogni soffio..

11.

Passa la rondine e con essa estate,
E anch'io, mi dico, passerò...
Ma resti dell'amore che mi strazia
Non solo segno un breve appannamento
Se dall'inferno arrivo a qualche quiete...

12.

Sotto la scure il disilluso ramo
Cadendo si lamenta appena, meno
Che non la foglia al tocco della brezza...
E fu la furia che abbattè la tenera
Forma e la premurosa
Carità d'una voce mi consuma...

13.

Non più furori reca a me l'estate,
Nè primavera i suoi presentimenti;
Puoi declinare, autunno,
Con le tue stolte glorie:
Per uno spoglio desiderio, inverno
Distende la stagione più clemente!...

15.

Rievocherò senza rimorso sempre
Un'incantevole agonia di sensi?
Ascolta, cieco: "Un'anima è partita
Dal comune castigo ancora illesa..."

Mi abbatterà meno di non più udire
I gridi vivi della sua purezza
Che di sentire quasi estinto in me
Il fremito pauroso della colpa?

17.

Fa dolce e forse qui vicino passi
Dicendo: "Questo sole e tanto spazio
ti calmino. Nel puro vento udire
Puoi il tempo camminare e la mia voce.
Ho in me raccolto a poco a poco e chiuso
Lo slancio muto della tua speranza.
Sono per te l'aurora e intatto giorno"
 

Dopo tanta nebbia, ad una ad una si svelano le stelle.

 

altri poeti presenti nel sito :